La crisi finanziaria ed economica globale e le preoccupazioni internazionali per la sopravvivenza della Democrazia.

La crisi dei mercati finanziari ha colpito duramente l’economia globale. Ovunque si cerca di proteggere il sistema produttivo, partendo dal salvataggio delle banche. In Italia, però, la situazione appare anomala: il sistema bancario e il risparmio privato reggono ancora bene. Eppure, non mancano rischi.
Le preoccupazioni del mondo intero, oggi, sono legate con ansia ad un cambiamento repentino, strutturale e inatteso attivato dagli Stati dominanti del globo: USA, Russia e Cina che sta sconvolgendo il modo di concepire e gestire il governo totale del Benessere sociale. La concezione tradizionale dello Sviluppo centrata prevalentemente su valori umanistici e umanitari: riconoscimento del diritto di tutti i cittadini all’ accesso gratuito alla sanitaria pubblica, alla Pensione, al Welfer ecc si è trasformata, inaspettatamente, in una concezione totalmente opposta in cui il Governo diventa il detentore monopolista delle tecnologiche innovative e l’architetto unico dello sviluppo economico e sociale della Nazione concepito e realizzato a somiglianza della visione ideologica propria delle Istituzioni al potere pro tempore Si tratta di uno vero e proprio sconvolgimento della tradizionale democrazia popolare con l’ affermazione del potere dispotico delle maggioranze costituite in USA, Russia e Cina finalizzato ad affermare sul globo il proprio modello ideologico dello Sviluppo.
Ne sono seguiti fermenti politici e popolari accompagnati da azioni di tenzioni sociali, di ribellione, di violenza, di intolleranza, di reazioni estreme soprattutto da parte dei popoli oppressi progressivamente crescenti in ragione delle decisioni politiche sempre più stringenti poste in essere da parte degli Stati dominanti del globo: USA, Russia e Cina.
Sia le masse popolari che i loro Governi vivono tutti attoniti questo momento con il pensiero sempre più pessimista con timori che la guerra commerciale ormai avanzata non possa degenerare in tumulti più cruenti in vere e proprie guerre locali, regionali se non addir4itture in guerra mondiale atomica. In pratica tutti attendono con panico quello che avverrà.
Indiscutibilmente la situazione è molto tesa, però nessuno, in questo momento così pieno di tensioni, può prendersi il lusso di restare ad attendere inerme e sentirsi esonerato dal provvedere a risolvere tutte le cause di crisi finanziaria e economico sociale che, ugualmente gravi, da tempo e per ragioni diverse, travagliano tutti gli Stati del Globo. Crisi per altro ben conosciuta e dibattuta, spesso a vuoto, dagli stessi Stati coinvolti . e senza mai darsi un protocollo normativo per uscirne fuori
Il nostro Paese, in particolare soffre da tempo di un’economia stagnante, aggravata da un debito pubblico elevato. Il vero ostacolo resta però la debolezza nella capacità progettuale: manca una cultura diffusa e strutturata della progettazione economica, capace di generare valore e sviluppo. Troppi investimenti sono stati decisi su basi soggettive, senza adeguata analisi tecnica, con risultati spesso deludenti.
Un passo avanti è stato fatto con la “Legge Obiettivo”, che ha introdotto metodologie più rigorose per i grandi progetti. Ma non basta. Nemmeno il tentativo di realizzare nel 1972 la programmazione centrale e periferica dello Stato con l’introduzione della programmazione per progetti e con la diffusine dell’ ACB. Serve, decisamente, un cambio di rotta generale: una legge organica sullo sviluppo e una diffusione sistematica delle competenze progettuali.
Diventa quindi essenziale formare figure professionali, dotare enti e istituzioni di strumenti efficaci, promuovere la cultura dello sviluppo attraverso formazione, assistenza, eventi e materiali operativi. Solo così sarà possibile trasformare i progetti in leve reali di crescita.