Il presente articolo è stato oggetto di intesa con la Redazione del Quotidiano il “il “Centro” , intesa che però non ha sortito il risultato positivo atteso.
La Pagina culturale de” il Centro” ospiterà la Domenica una rubrica giornalistica nuova: “Lo Sviluppo”.
Il lettore, probabilmente, si meraviglierà: un tema economico nella Pagina culturale! La risposta è presto data: l’Economia dello sviluppo; prima ancora di essere una disciplina specialistica settoriale è una branca fondamentale del Sapere e, quindi, un vero e proprio fenomeno culturale da conoscere e approfondire. Ed è proprio in questo particolare momento storico di grave crisi della crescita economica che la valenza culturale dell’Economia balza in primo piano e in tutta la sua evidenza. A nessuno sfugge, infatti, come, per risalire la china non sia più possibile affidarsi all’improvvisazione, alla discrezionalità, a momentanee situazioni favorevoli, a formule magiche o a “ideone”. E’ necessario confidare in una nuova cultura, un nuovo sapere economico centrata sulla razionalità che dia impulso a innovativi percorsi tecnici e decisionali di programmazione dello Sviluppo, cambiamento che può scaturire soltanto dal “Sapere Economico”.
Avrò il piacere di curare direttamente questa Rubrica che considero un atto morale e sociale profondamente sentito nei confronti dei miei corregionali cui adempio volentieri per mettere a loro disposizione la mia esperienza frutto di attività professionali sviluppate, nel tempo, in Patria e all’estero, in materia di Economia dello Sviluppo quale: Assistente volontario di Tecnica bancaria presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università G. D’Annunzio di Pescara, primo Direttore dell’Ufficio regionale per l’Abruzzo della Cassa per il Credito alle Imprese Artigiane, Funzionario internazionale delle Nazioni Unite, Consultore della Prefettura degli Affari economici del Vaticano, membro fondatore del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici al Ministero del Bilancio e componente della Commissione tecnico-scientifica del Ministero dell’Ambiente per la valutazione degli investimenti ecologici.
Ritengo di oggettiva attualità storica gli argomenti dei prossimi articoli che saranno ospitati da “Il Centro” e che assumeranno, nelle pagine interne, la forma di brevi note tecniche e commenti su problemi generali ed eventi che impattano significativamente sullo sviluppo, sia a livello nazionale che regionale e locale.
Queste stesse note sul Sapere economico troveranno, poi, il naturale ampliamento e completamento nella rubrica domenicale “Lo Sviluppo” delle pagine culturali del giornale.
L’obiettivo che con la rubrica intendo perseguire è di introdurre concetti innovativi in materia di sviluppo che spingano il lettore a considerare con attenzione non solo la cultura, cosiddetta, “aziandalista”, centrata sulle logiche dei bilanci e degli utili dell’impresa, ma anche – ed io aggiungo, soprattutto – la cultura dello Sviluppo e della progettualità, specificatamente centrata, quest’ ultima, sui principi di valore aggiunto e della redditività finanziaria e sociale degli investimenti.
L’Economia dello Sviluppo sostiene, infatti, che la crescita, l’incremento del P.I.L. e in una sola parola “Lo Sviluppo” di un Paese o di una sua frazione territoriale è uguale alla sommatoria del Valore aggiunto (che comprende ovviamente anche l’utile d’impresa) prodotto da tutti i progetti d’investimento, pubblici e privati, produttivi, infrastrutturali e sociali del territorio preso in considerazione.
E’ necessario, dunque, ampliare il campo dell’analisi della Programmazione economica e, in particolare, sul progetto d’investimento perché esso, pur essendo legato all’impresa e all’imprenditore da uno stretto rapporto di complementarità, è, nello stesso tempo, una figura autonoma rispetto agli stessi, direttamente capace di produrre valore aggiunto.
E’ necessario altresì introdurre metodi e regole che da tempo esistono ma che sono stati troppo a lungo, colpevolmente ma forse anche dolosamente, trascurati e sottovalutati.
Occorre, dunque, “voltare pagina” e dare avvio a quel cambiamento che la situazione economica attuale esige, che la società civile reclama, che gli attori dello sviluppo promettono ma che, senza la disponibilità delle giuste e adeguate fonti conoscitive, si rinvia sine die.
Curando direttamente la Rubrica culturale “Lo Sviluppo” ho voluto espressamente farmi carico della diffusione dei principi e delle regole che presiedono alla cultura innovativa della progettualità e dello sviluppo in modo da favorire l’auspicato cambiamento
All’uopo, la rubrica vuole rappresentare un faro di riferimento sia per la società nel suo insieme, sia per coloro che si sentano istituzionalmente e culturalmente impegnati a ricercare soluzioni tecnicamente idonee per superare le complesse e ataviche contraddizioni di governo che, non solo per quanto riguarda la Regione Abruzzo, il Direttore Sergio Baraldi ha magistralmente identificate nel suo articolo del 27 u.s.: “Abruzzo: missione incompiuta!”.
Il riorientamento in positivo di queste contraddizioni coincide esattamente con gli obiettivi della Rubrica “lo Sviluppo”. Essi si sostanziano, infatti, nel mettere a disposizione della società civile abruzzese nel suo insieme e degli enti pubblici e privati regionali, in particolare, una serie di contributi culturali, professionali e tecnico-metodologici innovativi in Economia dello Sviluppo e Progettualità. Ci si augura che tali contributi possano contribuire positivamente a modificare l’ approccio razionale degli abruzzesi in materia di Sviluppo; soprattutto, a favorire e realizzare con successo un provvidenziale “Cambiamento”: abbandono, cioè dei processi decisionali tradizionali (rivelatisi ahimè inefficaci) e puntare su una loro sostanziale sostituzione che sfoci, auspicabilmente, verso una vera e propria “Riforma del Modello di Sviluppo sociale ed economico regionale abruzzese”.